Archivi categoria: Lo scrittoio

Immagina

Non so più bene cosa credo, ma non sono mai stato un materialista: la vita che finisce col nulla è un’idea che non mi è mai piaciuta, tantomeno la troverei rasserenante. Per questo, forse, non mi è mai piaciuta «Imagine», … Continua a leggere

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Penso, scrivo, non pubblico

Penso tante cose sulla guerra, la guerra in generale. Sono pensieri trasversali, che vanno bene per l’Ucraina così come per Israele e Palestina. Di fondo c’è il rifiuto della violenza. E il rifiuto dell’ipocrisia occidentale di dividere il mondo in … Continua a leggere

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Siamo fragili, a volte

Siamo fragili, a volte; pensiamo di avere tanto da dare, tanto da dire e ci troviamo a considerare che il tempo passa più in fretta del previsto, che certi aspetti dell’età sono già un poco degli acciacchi, che forse non … Continua a leggere

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camminare alla controra

La fatica di camminare sotto il sole alle tre e venti del pomeriggio. La fatica, il calore, il senso di ebetudine, lo smarrimento cólto di chi si sente di seguir Montale, il sollievo intermittente del vento, il fastidio di scrivere … Continua a leggere

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Nascosto nella notte oltre il ciglio

Corre sopraelevata sul suo letto d’asfalto e di cemento, attraversando il territorio e dividendo vecchie strade, dove non c’è il passaggio, dove il viadotto manca, che renda aperto il varco. Scorgendo all’improvviso i fari oltre il guard-rail, avverti netto il … Continua a leggere

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Sto scrivendo una cosa da dire in giro

Sto scrivendo una cosa da dire in giro, una cosa in versi, più lunga di una poesia, molto più corta di un poema, una specie di discorso con la metrica (forse un po’ più spontanea del solito), le ripetizioni e … Continua a leggere

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Parole chiare

Era bello poter dire «telefono», inteso come nome, non come prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo. Ecco un telefono. Rispondi al telefono. Passami il telefono. Era bello poter dire «telefono» senza dover specificare se si trattava di un fisso, … Continua a leggere

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Perché non dovrei fare un haiku?

Potrei non aver mai composto un haiku. Diciassette sillabe, leggo, suddivise così: 5-7-5. Contenuto semplice e conciso, in genere di argomento naturale. Perché non dovrei fare un haiku? Mi voglio cimentare. Ma come si faa scegliere un soggettocosì, a comando? … Continua a leggere

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L’incrollabile volontà di fini-

L’incrollabile volontà di finire ciò che si è iniziato, anche quando non lo si è esattamente iniziato: basta esserselo proposto. Ho deciso di comprare un terreno e fare un bosco. Quanti anni sono passati da allora? L’amico Paolo Summa ogni … Continua a leggere

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È facile, forse, il malumore

È facile, forse, il malumore, e anche fare come se nulla importasse, ma si può pure fare un bel respiro, a volte, e ricordarsi giovani, quando davvero c’era la speranza che il futuro, il bisogno che il futuro, la paura … Continua a leggere

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