Cartolina maggiolina

Lungo il ciglio della strada, in via San Pancrazio a Mesagne (Brindisi), la mattina del 2 maggio 2024.

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Aiuti

Il Senato USA si appresta ad approvare (aggiornamento: l’approvazione c’è stata) nuovi aiuti per l’Ucraina – Paese aggredito – e per Israele – Paese aggressore. Qual è la ratio?

Naturalmente lo status di Israele varia a seconda di chi giudica la situazione: Stato perennemente in pericolo di essere cancellato dalla faccia della terra o potenza imperialista armata fino ai denti?

In un caso come nell’altro appare assurdo (e in fondo mi sconvolge) che dopo più di 30mila vittime (molte delle quali bambini) ancora si tentenni a prendere posizione contro l’azione militare di questo governo israeliano.

So bene che il governo attualmente in carica sta solo continuando la vecchia politica antipalestinese, il cui inasprimento è reso oggi possibile dagli attacchi terroristici del 7 ottobre. So bene che a Gaza ci sono state altre guerre, ad esempio l’operazione Piombo fuso e poi quella Margine protettivo.

Di fronte all’immanità di questa strage, tuttavia, anche chi non è d’accordo con me sull’analisi generale dovrebbe mettere il governo e l’esercito di Tel Aviv sul banco degli imputati.

E invece il Senato USA si appresta a stanziare fondi per Israele, così che possano giungere nuove armi. E nuove armi andranno all’Ucraina, così che la guerra con la Russia non finisca “troppo presto”, perché per salvare la popolazione ucraina è considerato legittimo prolungarne le sofferenze.

Occorre inaugurare un altro tipo di politica, invece; modificare il concetto stesso di relazioni tra gli Stati: abbiamo armi troppo potenti per continuare a ragionare come le potenze ottocentesche e la situazione rischia sempre più di sfuggirci di mano, con il coinvolgimento di nuovi attori (oggi l’Iran, domani magari la Cina).

Occorre inaugurare un altro tipo di politica, e dobbiamo pure sbrigarci, se vogliamo conservare la possibilità di mettere un freno al riscaldamento climatico globale, che rischia di portare la nostra specie all’estinzione. Però Paesi in guerra non si metteranno mai d’accordo, neppure su questo genere di cose.

E allora? Allora iniziamo a dire le cose come stanno: ad esempio che Putin è un criminale di guerra, ma non più di Netanyahu.

Ad esempio che Zelensky, che non vuole negoziati, non è un uomo di pace.

Ad esempio che l’allargamento indefinito della NATO è un ostacolo alla pace, non una garanzia di sicurezza.

Diciamo chiaramente che l’Iran ha sbagliato a lanciare missili e droni contro Israele, perché missili e droni non vanno lanciati, ma che Israele ha sbagliato a cominciare, colpendo il consolato iraniano a Damasco.

Diciamo che se la Russia merita sanzioni (o se le merita l’Iran), allora anche Israele merita lo stesso. Noi invece siamo legati da progetti di cooperazione militare e continuiamo a giustificare ogni barbarie, purché a commetterla sia un alleato.

Soprattutto, ricominciamo a interessarci di queste cose “lontane” (la guerra), che lontane in fondo non sono e che rischiano di fare di nuovo la loro comparsa in mezzo a noi, un rischio che si pensava scongiurato per sempre.

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Sognando sogni (Dreaming of Dreams)

Oggi con un mio componimento sono sul blog del poeta americano Mike Maggio, che ogni anno ospita l’iniziativa 30 for 30 Poetry Celebration, in occasione del Mese nazionale della poesia. Trenta fra poetesse e poeti si stanno confrontando in questi giorni su un tema stabilito; quello di quest’anno è «Dreaming of Dreams» (sognando sogni).

Ho provato a scrivere un testo direttamente in inglese (credo che sia la prima volta), e non sono assolutamente in grado di valutare il risultato.

Ciò nonostante, sono contento di essere “in gara” insieme ad altre 29 voci, perlopiù americane, in una celebrazione che avrà per giudice la poetessa Grace Cavalieri. Chi vincerà riceverà un abbonamento annuale alla rivista Potomac Review, sponsor dell’iniziativa.

Pubblico di seguito il testo originale, privo di titolo, e di seguito una traduzione letterale mia.

Rinvio al blog di Mike Maggio per leggere i testi degli altri partecipanti all’iniziativa.

The building is wide and tall
and tension crawls along.

Discarded objects
lay all around, neglected,

hitting my eyes and thoughts
as if forgotten ages.

I go – a moving walkway
leads me forward, unwilling.

I walk through the dark cellars,
a long, underground corridor.

Dozens of doors are waiting:
they sleep as I go by.

I expect the abandoned ones,
the lost people of my life,

to jump out of a room
as if we’d never lost sight,

to show up for a while
for a greeting or chatter.

Suddenly everything is crowded:
I’m there, in an old theatre,

sitting comfortably desperate,
next to a once-cherished face

that faded a longtime ago.

(Mario Badino)

Traduzione:

L’edificio è ampio e alto
e la tensione striscia.

Oggetti scartati
giacciono intorno, trascurati,

colpiscono i miei occhi e pensieri
come età dimenticate.

Vado – un nastro trasportatore
mi porta avanti, riluttante.

Cammino attraverso le buie cantine,
un lungo corridoio sotterraneo.

Decine di porte aspettano:
dormono mentre le sorpasso.

Mi aspetto che gli abbandonati,
le persone perdute della mia vita

saltino fuori da una stanza,
come se non ci fossimo mai persi di vista,

per mostrarsi un momento,
per un saluto, una chiacchiera.

All’improvviso è tutto affollato:
sono lì, in un vecchio teatro,

Siedo confortabilmente disperato,
vicino a una faccia un tempo cara

sbiadita molto tempo fa.

(Mario Badino)

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Diciamo no alla logica della risposta militare

Proviamo a fare un gioco. Prendiamo le parole di condanna del premier britannico Rishi Sunak contro gli attacchi lanciati dall’Iran:

«Condanno nei termini più forti l’attacco sconsiderato del regime iraniano contro Israele».

Adesso uniamoci anche noi alla condanna: non c’è niente di più «sconsiderato», infatti, nel nostro travagliato presente, che gettare benzina sul fuoco della guerra.

Chiunque la getti, questa benzina sul fuoco.

Condanno nei termini più forti l’attacco sconsiderato del regime iraniano contro Israele e – non dimentichiamoci di aggiungere – condanno nei termini più forti l’attacco sconsiderato di Israele contro il consolato iraniano a Damasco qualche giorno fa.

Condanniamoli entrambi, perché sono entrambi pericolosi, sono entrambi ingiusti. Condanniamoli perché ambedue evitabili, con un poco di buon senso.

Il governo israeliano, che da mesi conduce un’operazione di pulizia etnica nella Striscia di Gaza, giustifica le proprie azioni criminali come una risposta agli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre. Se questa è la logica corrente, perché l’Iran non dovrebbe «rispondere» all’attacco di Israele?

Ciò nonostante, io condanno nei termini più forti l’attacco sconsiderato del regime iraniano contro Israele, e se lo condanno è proprio perché sono contrario a questa logica corrente, che conduce a un crescendo di guerra e distruzione.

Bisogna spezzare il meccanismo. Alla risposta iraniana all’attacco di Israele al proprio consolato non deve seguire una risposta. Quella tra Israele e l’Iran non deve diventare una guerra vera. Il rischio è troppo alto, per tutti.

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Cessate il fuoco

Domattina – domenica 24 – a Mesagne (Brindisi), presso la villa comunale, a partire dalle ore 10.30 e fino alle 13.00, sarò presente all’iniziativa per il cessate il fuoco a Gaza del Comitato Cessate il Fuoco di Mesagne.

Cito, del comunicato stampa, quella che mi sembra la questione cruciale:

Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite sono stati uccisi più bambini a Gaza negli ultimi 4 mesi che in 4 anni di conflitto mondiale (12.300 bambini sono morti nell’enclave negli ultimi 4 mesi contro 12. 193 a livello globale tra il 2019 e il 2023).

I palestinesi uccisi sono più di 31.184 e 72.889 sono i feriti, senza contare i tantissimi corpi rimasti sotto le macerie.

Nelle ultime settimane almeno 27 persone sono morte per malnutrizione e disidratazione, compresi neonati e bambini, a causa del divieto imposto da Israele di far entrare a Gaza i camion con gli aiuti.

Di fronte a tutto questo, i balbettii di quei Paesi che pure amano definirsi democrazie sono indegni e imperdonabili. Di fronte alle questioni d’interesse, è ogni giorno ampiamente dimostrato che i diritti umani non interessano a nessuno.

Israele è nostro alleato, perciò gli consentiamo di fare ciò che vuole. Della NATO facciamo parte, perciò può fare ciò che vuole. La Russia è un avversario, perciò fa parte dei cattivi, così come l’Iran o la Cina. Questa è la nostra filosofia, questa la nostra versione di democrazia, questo ciò che pensiamo dei diritti, che hanno peso o meno a seconda di chi li calpesta.

Durante lo svolgimento del sit-in ci sarà un Flash mob a cura di S-Confin-Arti – Movimento etico, artistico, culturale e sociale per il cambiamento, un intervento di Mohamed Afaneh, Presidente della Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata e il microfono aperto per interventi e letture.

Io leggerò una poesia sulla guerra, e per una volta penso di interpretare un testo non mio, opera dell’amico Andrea Bitonto, intitolato “Gatorade“.

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Tre occasioni di poesia civile

Giovedì 21 marzo, a Mesagne (Brindisi), in piazza IV Novembre, avverrà l’inaugurazione della Biblioteca Comunale «Ugo Granafei» o, per meglio dire, la sua riapertura nella sede storica, appena restaurata. Per l’occasione, alle ore 19.30 reciterò le poesie insieme a Gionata Atzori, Andrea Bitonto e Cristina Carlà, ma il microfono sarà aperto anche alla cittadinanza, perché si tratta di un’occasione di partecipazione e di festa, tra l’altro nell’ambito della Giornata mondiale della poesia e con la primavera che bussa alle porte.

***

Domenica 24 marzo, sempre a Mesagne (Brindisi), a partire dalle 10.30, questa volta presso la villa comunale, parteciperò al sit-in per il cessate il fuoco a Gaza, che prevede, tra l’altro, un intervento di Mohamed Afaneh, presidente della comunità palestinese di Puglia e Basilicata, un flash mob a cura di S-Confin-Arti – Movimento etico, artistico, culturale e sociale per il cambiamento e poi il microfono aperto a interventi e letture di poesie.

***

Giovedì 4 aprile, infine, a Taranto, presso il Sonora – Art Music Drinks & Food di via Principe Amedeo 1/3, vorrei partecipare all’iniziativa «Musica ed Arte contro le guerre», evento realizzato da Radio Vera APS, Gaia Favaro e Luciano Manna.

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Marzo pazzerello

Ieri la pioggerella, la bomba d’acqua e il sole; oggi un avvio di giornata assolutamente primaverile, poi il temporale, i fulmini, la grandine.

E questo cielo dai colori pazzeschi.

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Già ve l’ho detto

Già ve l’ho detto, ma stasera (lunedì 11) alle ore 19.00 potete venire a sentirmi a Sava (Taranto), in via Macello, 1, presso il circolo Arci Casa Calypso, dove dirò le mie poesie nell’ambito del laboratorio Solo X Poetry.

Ringrazio Vanni Schiavoni per avermi invitato e vi invito, a mia volta, a partecipare.

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«Pandora». Perché gli dei invidiano i mortali

Un piccolo video nel quale recito la poesia «Pandora», un testo ancora inedito su carta, ma che già gode di una certa fortuna online, dal momento che è stato uno dei più citati nel corso della Giornata mondiale della poesia badina, letto da Eric Zimmerman e interpretato graficamente da Silvana Quintavalle (si veda l’immagine qui sotto). Fa inoltre parte dei cinque componimenti tradotti in inglese dal poeta statunitense Mike Maggio.

Quella nel video è una mia lettura, fatta – banalmente – dal cellulare, perché non potevo non approfittare dello scenario fornito dalle Tavole Palatine, i meravigliosi resti del tempio geco di Era, a Metaponto (Bernalda, Matera).

Il mito è noto: la curiosità porta la giovane Pandora a infrangere il divieto di aprire il vaso che gli dei le hanno affidato; da questo “peccato originale” derivano i mali che ora affliggono l’umanità, e che un tempo erano rinchiusi nel contenitore.

Ma a chi dobbiamo dare la colpa, mi domando: a una giovane vinta dalla curiosità, oppure al Re d’Olimpo, desideroso di giustificare in qualche modo gli errori commessi nel realizzare la creazione, se non semplicemente invidioso della felicità dei mortali?

Pandora

Dice che fu Pandora,
messa alla prova dal gran re d’Olimpo,
a procurare il danno:

fu scoperchiato il dono, regalato
al fine non espresso
di fare uscire fuori tutti i mali.

Dice, però è menzogna:
già prima di quel vaso erano in terra
le seccature, i guai

e l’insoddisfazione di se stessi,
l’invidia e l’omicidio,
la sete di potere dei cretini;

già prima erano svelte
a farsi vecchie le passioni,
finanche i grandi amori.

Non fu Pandora bella col suo vaso
a procurare il danno,
Pandora incuriosita dal divieto:

a lei fu dato il ruolo
di vittima espiatrice per celare
gli errori progettuali

scappati nei disegni al re d’Olimpo.
O forse fatti apposta,
perché gli dei invidiano i mortali.

Mario Badino

>>> Intendo ripubblicare separatamente alcuni dei contributi della Giornata mondiale della poesia badina. L’articolo che li raccoglie tutti lo trovate QUI. I video sono anche nel mio canale YouTube, al quale volentieri rimando.

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Prossimi appuntamenti

Segnalo due appuntamenti marzolini.

Sabato 9 e domenica 10 marzo, presso il Salento Fun Park di Mesagne (Brindisi), parteciperò alla chiamata alle arti Fai la tua pARTE (raccolta fondi per Medici senza Frontiere), insieme a poeti, musicisti, artisti visivi, dj. Per una prima idea, si può vedere l’immagine qui sopra; per maggiori informazioni, rimando all’evento Facebook.

***

Lunedì 11 marzo alle ore 19.00 sarò ospite a Solo X Poetry, «laboratorio gratuito e orizzontale di poesia» a cura di Vanni Schiavoni, presso il circolo Arci Casa Calypso di via Macello 1, a Sava (Taranto). Anche se inserito all’interno di un laboratorio, il mio intervento sarà un reading a tutti gli effetti, perciò venite pure ad ascoltarmi!

E inizio anche a dirvi di non prendere impegni per il 21 marzo, perché nel tardo pomeriggio succederà qualcosa di poetico a Mesagne (Brindisi). Suspense!

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